NUOVI APPROCCI DISCIPLINARI NEL PANORAMA DELLE MEDICINE INTEGRATE

Il presente articolo esplora l’intersezione tra antropologia medica e medicina integrata, delineando come nuovi approcci disciplinari possano arricchire la comprensione della salute e della malattia. In particolare, si vuole approfondire il ruolo della cultura nella definizione e nella percezione della salute, evidenziando come le diverse tradizioni culturali influenzino le pratiche terapeutiche e l’esperienza della malattia.          

Partendo da una breve analisi storica sul ruolo che l’antropologia medica ha assunto nel tempo, si analizzerà il tema dello sguardo etnocentrico, ovvero la tendenza a giudicare attraverso il proprio sistema di valori.

Ad oggi si sottolinea la necessità di un approccio più olistico che riconosca l’interconnessione tra i fattori biologici, psicologici, sociali, culturali e spirituali degli individui. A tal proposito si propone una “umanizzazione delle cure”, in cui il benessere della persona viene trattato non come un insieme di sintomi, ma piuttosto come un sistema unitario, connesso con l’ambiente circostante. Il paziente può decidere così di assumere una posizione attiva nel processo di guarigione, incrementando la sua agency, ovvero la sua capacità decisionale.

L’articolo vuole offrire una prospettiva multidisciplinare, che valorizzi le dimensioni emozionali, sociali e le diverse sensibilità culturali di ogni singolo individuo rispetto ai temi di salute e malattia.

Cenni storici

Un elemento fondamentale dell’antropologia medica è l’analisi del concetto di cultura, che negli ultimi decenni ha assunto un’importanza sempre maggiore anche nell’ambito della salute. Questa branca disciplinare si occupa dello studio del corpo, del benessere e della malattia all’interno dei diversi contesti sociali e culturali. Le esperienze individuali di salute e malattia sono influenzate in modo significativo dalle tradizioni, credenze e pratiche. L’antropologia medica ha così messo in luce il ruolo fondamentale della cultura nei processi di guarigione, sostenendo che le istanze culturali sono altrettanto cruciali quanto gli aspetti biologici. In questo modo, la disciplina contribuisce ad ampliare la nostra comprensione della salute, considerando l’individuo in tutta la sua complessità. Tutto ciò che ci circonda fa parte della nostra cultura, ogni singolo gesto, pensiero, movimento, modo di fare e di dire. La cultura è dunque quel sistema di simboli a cui si associa uno specifico significato, è quella totalità complessa che comprende conoscenze, credenze, arte, morale, leggi e usanze di un determinato gruppo umano.                              

Nel XIX secolo, i primi medici esplorarono il legame tra le pratiche mediche e il contesto culturale. I soggetti interessati furono principalmente le popolazioni “primitive” ed “esotiche” e le popolazioni europee più marginalizzate. Il limite di quegli anni risiedeva nell’approccio etnocentrico, secondo cui solo la propria cultura veniva considerata valida.

A metà Novecento è cominciato un ripensamento molto profondo sulle dinamiche terapeutiche applicate agli altri paesi ma soprattutto sul ruolo adottato dalla medicina occidentale nei diversi contesti. Punto di partenza è dunque una riflessione che sia in grado di andare, finalmente, al di là dei limiti imposti dalla visione etnocentrica.

La ridefinizione del concetto di cultura ha segnato una svolta epistemologica cruciale, facendo emergere una critica fondamentale anche nei confronti degli stessi ricercatori. Da quel momento in poi, si è assistito a un cambiamento di prospettiva. La medicina occidentale ha iniziato ad essere vista come uno dei tanti sistemi terapeutici esistenti, e non più come l’unico valido. Oggi, più che mai, nella ricerca antropologica si afferma un approccio “riflessivo” che permette di analizzare e mettere in discussione la questione etnocentrica. Guardare al “noi” anziché solo all’”altro” implica anche un’analisi sulla nostra medicina, sui nostri medici, sul nostro sistema di valori e significati, su come questi interagiscano con i nostri corpi.                                                      

Proprio per questo motivo, risulta fondamentale adottare un approccio multidisciplinare che unisca antropologia medica, medicina integrata, biomedicina ed altri sistemi di cura.

Umanizzare le cure, integrare le conoscenze.     

Il rapporto tra discipline provenienti dal mondo delle terapie olistiche, è determinato soprattutto dalla concezione di un corpo in simbiosi con l’universo che lo circonda. In totale comunione con il mondo.

l’obiettivo è quello di attuare un atteggiamento di salutogenesi, ovvero lavorare con tutte quelle pratiche che vanno a generare salute ampliando lo stile di vita ed impattando così la difesa dei meccanismi omeostatici. Mantenere una condizione omeostatica dell’organismo significa riuscire a bilanciare parametri fisici (temperatura corporea, livelli ormonali, ecc.). In questo quadro la definizione di salutogenesi proposta da Aaron Antonovsky, sociologo e ricercatore, è particolarmente vicina ad un tipo di concezione del corpo più inclusiva, perché indica la possibilità di stabilire una differente gestione dei processi inerenti alla cura. Salute e malattia sono aspetti fondamentali che formano la resilence di un individuo, ovvero la sua capacità di resistenza a fattori stressanti della vita quotidiana. Adottare una prospettiva di salutogenesi significa costruire una via verso una riappropriazione di sé stessi. Il cambiamento deve avvenire dalla persona attraverso un processo di consapevolezza corporea e di ascolto interiore.

La prima cosa da tener conto quando ci si avvicina ad una persona “malata” è proprio la possibilità di includerla nelle scelte, di renderla cioè partecipe ai cambiamenti del suo organismo.

Quando si adottano criteri di medicina integrata risulta essenziale analizzare ogni singolo fattore che si ha a disposizione, provando dunque a guidare la persona all’ascolto dei propri segnali.

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Trovi l’articolo completo su: https://www.tecnichenuove.com/riviste/medicina-integrata

Lombardi S.,(2025) Sulla strada dell’antropologia medica: nuovi approcci disciplinari nel panorama della medicina integrata in Rivista di Medicina Integrata, n.1, febbraio 2025, pp.36-39, Tecniche Nuove, Milano.