vision

La mia vision è quella di guidare le persone verso un ascolto autentico e profondo di sé, ristabilendo la connessione con la propria anima, il proprio spirito e il proprio Sé più autentico. Credo che ogni essere sia una realtà vibrazionale unica, portatrice di un potenziale immenso da scoprire, esplorare e, se necessario nutrire.

Un nutrimento che va oltre il corpo: è cura dell’anima, del cuore, della mente e delle relazioni. La vita è un percorso di consapevolezza, in cui anche dolore, sofferenza e malattia possono essere vissuti come passaggi significativi, carichi di insegnamento e trasformazione.

In questo cammino, la salute non è solo un dato biologico, ma il risultato di intrecci culturali, ambientali, emotivi, sociali e spirituali. Per questo, accompagnare significa creare uno spazio in cui la persona possa ritrovare strumenti, intuizioni e libertà per scegliere, conoscersi, guarire.

Avendo una formazione antropologica credo nel nesso costante che la cura e la malattia intersecano con la cultura di riferimento di ogni individuo. Ogni soggettività dunque è culturalmente determinata e questo incide anche sul suo modo di approcciarsi alla salute.

Essendo donna, mi sento profondamente vicina alla medicina di genere e alla ginecologia naturale, credendo nell’importanza di integrare diversi approcci per una cura completa. Credo nella forza delle donne, custodi di saperi millenari, madri creative e fondamentali per le comunità. Le energie femminili rappresentano la forza vitale e curativa, la radice della vita stessa, perché il primo atto di cura e connessione che tutti viviamo è nell’utero materno. Il mio lavoro si fonda su questo principio di accudimento e armonia, promuovendo una sinergia equilibrata tra energie femminili e maschili, per favorire un benessere vero.


Sono fermamente convinta nella possibilità di guarigione di ogni essere, grazie al supporto della comunità. Dunque rafforzare gli aspetti comunitari presenti nella vita del singolo sono terreno fertile per una ricerca e un avanzamento dei processi di guarigione. Portare consapevolezza è chiave di svolta per tutti coloro che vogliano affrontare i propri disequilibri e le proprie paure.

Vedo la malattia anche come un’occasione per potersi interrogare sugli stati interiori e quindi come una possibilità di avvicinamento ad una dimensione spirituale.

Sono vicina alle diversità e alle differenti soggettività perché ognuno di noi ha una storia, un’esperienza, un evento da raccontare che lo caratterizza e lo rende unico. Ogni prospettiva e dimensione è valida perché esiste. Ognuno di noi ha il diritto di essere ascoltato, compreso ed aiutato. Per questo, comprendere non solo le nostre medicine ma anche quelle provenienti da altri sistemi di cura, possono fornire validi strumenti per la comprensione della nostra unicità.

Credo nell’anima, nello spirito, nell’universo come luogo di frequenze. Credo nelle emozioni: gioia, amore, rabbia, paura, vergogna. Perché ognuno di noi le sperimenta e solo ascoltandole possiamo aprire le porte alla stanza del nostro inconscio.